Partorire in casa danzando il Tai Ji

Estratto dal libro TAI JI, DANZARE LA VITA di Giuseppe Urselli
Ogni cosa che genera la vita è femminile.
Quando gli uomini cominceranno a capire
la segreta armonia dell’universo,
di cui le donne sono sempre state a conoscenza,
il mondo cambierà in meglio.
Lorraine Canoe, Mohawk
La gravidanza è un periodo di continue trasformazioni che coinvolge la globalità della donna, corpo, mente e spirito.
Personalmente ritengo particolarmente bello ed attraente il corpo arrotondato della donna gravida.
Possiamo infatti considerare la gravidanza una vera e propria cura di bellezza tanto è vero che i capelli, il viso, gli occhi e la pelle stessa diventano particolarmente luminosi. Inoltre, mi sento così attratto dal pancione delle donne incinte che non appena ne vedo uno mi viene voglia di massaggiarlo delicatamente e con tanta dolcezza!
Eppure, molto stranamente, nella nostra società molti medici e anche tante donne considerano la gravidanza come una malattia o come una situazione di obesità tenendo il loro pancione ben nascosto sotto grandi maglioni e cappotti il più a lungo possibile. Che assurdità! Come siamo lontani dall’essere naturali e spontanei!
Nell’estate del ’92, non appena rientrai in Italia dal mio primo seminario di Tai Ji con il maestro Chungliang Al Huang, mia moglie Monica ed io fummo sorpresi e felici di sapere che una meravigliosa vita stava sbocciando nel suo grembo. Aprii le mie braccia ed il mio cuore a questo lieto evento (kai xin è l’espressione cinese che indica l’apertura del cuore e della mente).
Monica ed io facemmo del nostro meglio perché la gravidanza, il travaglio e il parto avvenissero nel modo più spontaneo e naturale possibile (zi ran è il concetto cinese che indica la spontaneità). Frequentammo insieme un corso di preparazione al parto attivo rivolto alle coppie ricevendo moltissime informazioni e suggerimenti utili. La condivisione con altre coppie di futuri genitori del vissuto emotivo legato alla nascita fece da stimolo e sostenne il nostro percorso.
Nel parto attivo, la donna è libera di seguire il suo istinto in un’atmosfera di armonia, tranquillità ed intimità. In queste condizioni il bonding, cioè il saldo legame tra genitori e figli, si crea molto più facilmente. Sulla base delle suddette premesse, Monica decise di partorire in casa assistita ed aiutata dall’ostetrica, da me e da tre nostri amici. La mia partecipazione attiva alla nascita di Cielo è stata sicuramente una delle esperienze più importanti ed entusiasmanti della mia vita.
VIVERE IL MISTERO DELLA NASCITA
Durante il travaglio recitammo tutti insieme il mantra om guidando con il nostro respiro e con i nostri canti le onde delle contrazioni di Monica. Lasciammo che Monica si abbandonasse fiduciosa all’esperienza del travaglio, del parto e della nascita gustandone tutt’insieme il grande mistero.
Dal canto suo, l’ostetrica non interferì inutilmente e inopportunamente per tutta la durata del travaglio e del parto seguendo così uno dei più importanti principi della filosofia taoista: il wu wei.
Wu wei significa fare senza fare, agire spontaneamente senza ostacolare o bloccare il libero fluire dell’energia vitale (qi in cinese) e il processo stesso della vita.
Qualsiasi ostetrica ben informata e preparata sa che una donna in buona salute è in grado di partorire da sola, in quanto il parto nella stragrande maggioranza dei casi è un evento biologico, fisiologico, spontaneo e naturale. Accade da sé.
Uno dei migliori esempi del wu wei della natura è lo sbocciare spontaneo e naturale di un fiore in primavera.
Sedendo in tranquillità senza far niente
la Primavera arriva
e l’ erba cresce da sé.
(Detto zen)